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Pallavolista filosofo, il ‘saggio’. Una volta ha affermato: “è più piacevole leggere un libro che giocare a pallavolo”. Lui, venticinquenne di Parma, infatti, ama leggere – Pavese e Pasolini su tutti – e studiare filosofia. Se non avesse giocato a volley (a cui è giunto dopo aver praticato calcio alle elementari e medie) si sarebbe visto nel mondo universitario. Dopo il Liceo Classico si è iscritto al Dams, momentaneamente abbandonato per lo sport. Figlio di un pittore e di un’insegnante, l’aspirante artista ha scritto il suo ‘Piccolo Manifesto’ sulla pallavolo, definendola “uno sport invisibile ma vivo”. Personaggio controcorrente, corteggiato dalle ragazze, l’opposto emiliano porta con sé una piccola clessidra che lo sprona a cogliere le occasioni che il tempo gli offre. Quella brasiliana farà di tutto per non sprecarla.
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