Lo “Squalo dello Stretto” punta dritto su Rio. “Voglio entrare nella storia della rassegna a cinque cerchi”, ha dichiarato più volte il ciclista azzurro. E, detto da lui che nella storia c’è già - è uno dei sei corridori ad aver vinto Giro d’Italia (2013 e 2016), Tour de France e Vuelta -, fa ben sperare. Non ama il contatto fisico e, anche per questo, il calcio non gli è mai piaciuto. Ha, invece, la passione per gli automodelli a scoppio radiocomandati e l’hobby della fotografia ereditato dal padre, che gli ha trasmesso anche la passione per il ciclismo. Al primo appuntamento Rachele, colei che sarebbe diventata poi sua moglie, gli chiese: “Perché tieni la bici nel bagagliaio?”, una domanda che avrebbe potuto formulare soltanto un’ “ignorante di ciclismo”. Poi al ‘gruppo’ Nibali si è aggiunta anche la piccola Emma. Trentuno anni, con un’autobiografia in libreria (‘Di furore e lealtà’), lo scalatore siciliano si definisce un po’ naif ed è affezionato alla sua “normalità”. Certamente non lo cambierebbe nemmeno un oro olimpico.